sabato 3 marzo 2012

Casablanca

Sull'aereo ho conosciuto Giuseppe, un ragazzo italiano che va a lavorare in Gabon per una ditta che fa perforazioni. Anche lui rischia di perdere la coincidenza a Casablanca e chiede al comandante di chiamare la Royal Air Maroc per ritardare la partenza del volo e aspettare il nostro arrivo. Ovviamente tutta una farsa, il comandante rassicura che è tutto a posto, ma una volta a terra il personale ci conferma che l'altro aereo è partito e che dobbiamo passare una notte a Casablanca. Una fila interminabile al banco per far cambiare la carta d'imbarco, un'altra al controllo passaporti, e infine all'ufficio Royal Air Maroc per prenotare l'hotel. Il tipo è simpatico, dice che l'hotel è in centro e che si mangia molto bene, si chiama Season Hotel. I 5 minuti di attesa per la navetta diventano un ora, ma finalmente arriviamo in albergo. Ci sediamo al ristorante per mangiare qualcosa, c'è una ragazza che canta e una tavolata di marocchini che balla, canta e si diverte. Durante la cena Giuseppe mi racconta che ha lasciato la moglie con il figlio di sei mesi a casa, ma che per fortuna in Gabon c'è una buona connessione a internet e quindi può vederli su skype tutti i giorni. Beato lui che ha una buona connessione..
Ci diamo appuntamento per la colazione il giorno successivo e andiamo a dormire.
Abbiamo deciso di andare a fare un giro nella medina di Casablanca, o Casa, come la chiamano qui. E' un labirinto, il mercato si sveglia tardi, alle nove del mattino è ancora tutto chiuso, ma pian piano inizia a riempirsi di gente, alle 12 è un caos. Purtroppo niente di speciale, si vende la solita roba vista e rivista in tutti i mercatini e souvenir di plastica made in Cina spacciati per originali locali.
L'unica botta di adrenalina l'ho avuta quando un ragazzo ha tentato di fregarmi il cellulare dalla tasca. E' stato tutto velocissimo: mi ha dato uno spintone e contemporaneamente ha infilato due dita in tasca e ha sfilato il cell. Tutto in un millisecondo, fortuna che ho i riflessi pronti e sono riuscito ad acchiapparlo prima che scappasse. Avrei voluto dargli una testata sul naso, ma poi la saggezza è tornata in me, mi sono guardato intorno alla ricerca di un poliziotto, ma niente. Alla fine mi ha detto che non l'ha fatto apposta, si certo, come no. Dopo 5 minuti l'ho visto in un altro vicolo che seguiva due turisti. Peccato per questa brutta esperienza..
Comunque ho anche visitato la moschea Hassam II, la terza più grande al Mondo. Può ospitare fino a 100000 fedeli, 25000 all'interno e il resto nel grande piazzale esterno. Ci sono 2... (non ricordo il nome), sono come degli enormi soppalchi di legno dedicati alle donne, con delle grate di legno intagliato che non permetto di vedere dall'esterno. Tutta la moschea è rivestita in marmo o stucco. Cosimo, così abbiamo soprannominato la nostra guida, dice che questo stucco è veramente speciale: oltre ad essere lucido e bello, è anche capace di assorbire l'umidità e questo riduce l'ossidazione del lampadari in rame. Il segreto, a dire di Cosimo, sta nell'uso di albume d'uovo. Dice che durante la costruzione della moschea, non c'erano più uova nei mercati marocchini, perchè erano tutte destinate alla preparazione degli stucchi. Fico! Ma la cosa più fica di tutte è che il tetto della moschea può aprirsi completamente per il periodo estivo. Un tetto scorrevole di 200metri. Per me questa è l'innovazione più importante di quest'edificio: immaginate 25000 persone che si tolgono le babbucce in pieno Agosto...














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